C’è chi dice che l’anima di una città sia simile ad una
donna, mobile di definizione.
Invece Milano è la città di Giovanni il telegrafista,
pietosa, ironica, poetica, spietata senza i dané. Una musica pulsante ed un po’
struggente.
Dalla terrazza dell’ultimo piano della torre Velasca la
città sembra a portata di mano quasi si potesse allungare il braccio oltre la
protezione in vetro e spostare il Duomo o il cortile del Filarete a piacere
sulla scacchiera. Un volto aereo e domestico al contempo.
Qui tra i merli di questa torre che ha il privilegio di
svettare sulla città monumentale, le parole si levano in aria come bollicine di
un fumetto-pensiero, galleggianti in questa fantastica vasca d’acquario,
evaporando. Grazie a Paola per questo suo magnifico arioso suggerimento.
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